“ La gestione della politica cittadina scivola, costantemente nel ridicolo, con assurdi tentativi di capovolgere atti e fatti, per pressare sull’essere comune, cercando il recupero di una credibilità persa per strada. Nasce la farsa di momenti sbavatura in cui non si tralasciano assurdi paragoni dal sapore “anni 50”.
Mi riferisco ad un manifesto notato sui muri della città che invitava la collettività a partecipare in massa, il 12 aprile, alle primarie del centrosinistra per scegliere il candidato del raggruppamento da portare alla scalata della poltrona di sindaco, niente di strano, solo che il tema imbarazzante era il finale, in cui gli autori dettavano il loro motivo conduttore”…AIUTACI A SCONFIGGERE LA DESTRA, PARTECIPA ALLA SCELTA DEL CANDIDATO SINDACO DEL CENTRO SINISTRA PER DARE UNA SVOLTA ALLA NOSTRA CITTA”. Una enorme e plateale carenza di idee,una visione esclusivamente da nostalgici di un tempo che non c’è più.
Gli artisti della ”sviolinata” dimostrano di avere la memoria corta, affogata nella nebbia della dimenticanza, evidentemente non ricordano o fingono di non ricordare, che da circa dieci anni la nostra città è governata da un centro sinistra immobile,incapace di creare anche la minima ombra di progressione sociale.
Sia lo Speranza 1 che lo Speranza 2 si sono rivelati delle “bufale” prive di rispetto verso quell’elettorato che aveva scelto il professore come primo cittadino, una blindatura del comune divenuto il giardino dei sogni perduti.
Io non sono un candidato e non ho alcuna intenzione di farmi riciclare da un partito, da qualche movimento,o da una dalle tante liste civiche emerse come funghi; le mie scelte e il mio idealismo appartengono ad un passato in cui la politica era veramente la porta del sociale per il cittadino in una realtà collettiva e non per il personalismo del singolo, l’associazione che ho formato s’interessa della natura, ambiente, ecologia, cultura e turismo, non è un partito e, come ho già avuto modo di dire, per il momento non intende presentarsi come una possibile forza alternativa al sistema ad una delle tante tornate elettorali che impestano il paese, ma ciò non toglie che, liberi da condizionamenti e dalle solite catene, possiamo intervenire sui mali e sulle storture che affliggono il viandante lametino nella sua giornata di vita .
Ancora una volta esprimeremo la nostra volontà, pensiero e idee con l’arma della matita,la scheda e nel chiuso dell’urna, per dare l’ennesimo assetto alla storia della città, dopo il buio del recente passato.
Noi siamo consapevoli di trovarci davanti al momento finale di una storia infinita e vogliamo acquisire quel ruolo primario per essere gli arbitri coscienti del nostro destino e del destino di questa civiltà, per non essere sempre considerati come semplici comparse,in pratica burattini inutili a cui qualcuno tira i fili. Non si può continuare a figurare solo come numeri comuni privi di volontà e pensiero, ma ritornare a calcare la scala dei valori come i veri protagonisti di una Lamezia che merita di più. Con lo spirito e la volontà di chi rifiuta l’etichetta di assistito, invitiamo tutti ad essere coerenti con la propria coscienza, per non renderci complici del continuo degrado della città, oggi, rovinosamente negata nel progredire per colpa di gestioni partitocratiche eredi di un potere cancellato dalla rabbia degli onesti. Concludo rilanciando il concetto di una Lamezia che può tornare ad essere un faro di civiltà sociale e di progresso, ma deve avere il coraggio di rompere con un passato che continua a proporre l’espressione di quel ceto politico attaccato alla “carica”, affogando nel silenzio i pochi volti nuovi che hanno inteso cercare di lanciare il cambiamento.
Lamezia Terme non può più essere abbandonata e bruciata nell’immobilismo.
Gianfranco Turino
Calabria Sociale